ARTE
Non possiamo negare l’attrazione e il fascino che subiamo di fronte all’arte, e anche quindi ad ogni sua declinazione, ad ogni sua disciplina. C’interessa la voce di tutti ed è di ognuno che vogliamo parlare
I ritorni
di Giuseppe Salvatori
Foto di Leonardo Aquilino
Da Artista, ciò che mi ha sempre colpito e affascinato nella ceramica popolare italiana degli anni ’50 e ’60, e a cui per molto tempo non ho saputo dare un perché, è l’evidente e irrisolto (per altri scandaloso) contrasto tra la forma e la pittura che la decora.
Stando alle sue creazioni, il ceramista, all’epoca, era chiaramente ben disposto alle nuove forme dettate dalla contemporaneità, ma non ha saputo, o voluto, esserlo per la decorazione, ostentandone, piuttosto,
la piatta qualità, e di genere e di fattura, con pitture della più elementare tradizione artigiana. Applicazioni in totale contrasto con le nuove forme astratto-spaziali delle quali è abile modellatore, ma in cui risulta, di conseguenza, più evidente l’estraneità del soggetto rappresentato.
L’insistenza dei temi nella decorazione: case, alberi, vele, ma soprattutto case, col tempo me l’ha fatte selezionare, attraverso acquisti mirati, con l’intenzione, prima o poi, di trasferire quelle figure in un ciclo di carte che ne restituissero la eco misteriosa: il ricordo-ombra di luoghi anelati dall’anima.
Ancora oggi vi percepisco lo strappo di un tempo esiliato dal proprio tempo, ma ancora capace di esserne la traccia incancellabile, il suo tattoo.
Nasce così I ritorni: la mostra-installazione che tenta il racconto inedito, attraverso gli oggetti, d’un gusto distante, ma ancora splendente della sua materia. Sono memorie, o attese, di luoghi proiettati su corpi astratti dall’intimo d’un vissuto collettivo. Manufatti che, resistendo al proprio presente attraverso un passato consolatorio, sono stati, più di altri e con più forza, proiettati nell’epoca attuale dell’apocalisse permanente dell’immagine.
Testimoni inconsapevoli di un tempo esiliato dal mondo, ma ancora capaci di esserne il corpo figurato:
la voce invetriata con il suo messaggio straordinario di porzioni di Paradiso a cui fare ritorno.
Articoli Recenti
“L’età delle favole antiche. Annibale Brugnoli e l’arte a Perugia nel periodo simbolista” di Martina Pazzi
La parola, la sua parola, Apollo la affidò, per prima, a una ninfa. Fonte, sorgente, specchio riflesso, e floreale, di paesaggi fluviali e lacustri, intrisi di “favole antiche”....continua a leggere
Renzogallo: opere tra pensieri, storia,spazio
di Aldo Iori
Tra le fine degli anni sessanta e primi settanta Renzogallo si forma nel clima artistico italiano e internazionale in cui diviene, sempre con forza e costanza intellettuale, attivo... continua a leggere
Sonia Di Pietro di Vincenzo Casali
Sonia, italiana di Pavia, vive da alcuni anni a Barcellona -una città scelta per l’ammirazione e l’affinità con la sua vivacità sociale, intellettuale e creativa- dove ha curato tra le altre cose l’allestimento degli spazi... continua a leggere
Cà Zanardi Tra i Sensi di Secret Venice
di Silvia Ferrara
Un importante evento artistico, giunto alla quinta edizione con successo, intitolato "International Art in Venice - Secret Venice" è stato ideato dall'artista Fausto Brozzi ... continua a leggere
Richard Dupont
Quel che mi ha colpito di più dell’opera di Richard Dupont è la serie di “facce di gomma” ormai note nel suo repertorio artistico,... continua a leggere>
Maurizio Pellegrin