Si conclude il 24 settembre allo Spazio Thetis di Venezia la terza ed ultima tappa del “l Festival delle Arti 2020”.
L’evento iniziato a L’Aquila il 12 settembre di quest’anno, passando da Todi – dal 18 al 20 settembre - si svolgerà nello spazio dell’Arsenale Novissimo, ed è organizzato dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper che ha sede a Todi in collaborazione con la Fondazione Beverly Pepper USA Foundation ed il sostegno del Comune di Todi, che ha patrocinato la realizzazione di tutte le tappe del Festival.
L’area della manifestazione è quella circoscritta dalle quattro enormi colonne – opera storica -donata dalla scultrice ai Musei Civici Veneziani già negli anni ’90, grazie all’iniziativa della responsabile dello Spazio Thetis Antonella Grandesso, che delimiteranno il palcoscenico della performance di danza e percussioni della compagnia che animerà l’evento, ContemportaneaMente GruppoDanza, in collaborazione con i musicisti di La Mama Umbria International.
Questo è l’originale nome che una collaudata e importante associazione di artisti organizzati autonomamente, hanno assunto per iniziativa di Ellen Stewart nel lontano 1990, già fondatrice del Teatro la MaMa E.T.C. di New York. Il gruppo ormai da trent’anni si è messo al servizio della sperimentazione artistica, perseguendo finalità culturali secondo l’idea che l’Arte può contribuire al superamento dei limiti e delle barriere – culturali, sociali, nazionali, linguistiche, artistiche… - che ancora oggi si frappongono alla libera comunicazione e riducono inesorabilmente fantasia e creatività. Un’associazione che promuove la cultura in modo poliedrico e che si presta a diffondere i diversi linguaggi espressivi che l’Arte può rappresentare.
Anche a Venezia, dunque, in perfetta sinergia e pieno supporto ai danzatori di ContemporaneaMente, porterà il suo contributo realizzando uno spettacolo che invita il pubblico a diventare parte attiva per la completa riuscita della performance.
Un’esperienza immersiva, tra presente e passato, attraverso le arti performative con la quale il pubblico potrà comprendere l’intensa energia che le opere monumentali della scultrice newyorchese riescono a infondere anche in ambito artistici paralleli.
Una precisa volontà che ha animato l’iniziativa, quella di riportare in presenza il pubblico, quale parte astante fondamentale per la riuscita dell’opera, in ogni sua espressione.
L’Arte ha bisogno di tornare ad essere vissuta, ad essere guardata in prima persona per dare nuova linfa alla capacità di ognuno alla ripresa, al superamento dei limiti di qualsivoglia barriera, sia essa fisica o mentale. Per superare le limitazioni che il recente lockdown ha imposto, lasciando in noi un condizionamento terrorizzante ben più difficile da superare di quello intimato, ogni evento, proprio come quelli pensati per questa rassegna, deve essere motivato dalla volontà di riportare le persone nelle vie e nelle piazze, nelle nostre città e nei luoghi dove l’Arte può manifestare un valore aggiunto.
Il desiderio di “libertà” è tanto; e si esplicita con energia in tutte quelle manifestazioni che, in Italia e nel mondo, portano le persone a contatto con la natura, all’aperto, a fianco anche se non troppo vicino agli altri. Il successo della cultura è dovuto al fatto che la bellezza ci riporta ad una dimensione umana di cui in questo periodo abbiamo tanto sofferto la mancanza.
Così anche a Venezia, come prima a L’Aquila e poi a Todi, nello scenario riqualificato e pregevole dell’Arsenale, che già ospita in maniera permanente le celebri Todi Columns della Pepper, simbolo del passato architettonico e funzionale della città, la scelta dei curatori è stata vincente:
lo spazio Thetis che rappresenta il sito più contemporaneo, all’estremità di questa storica parte della città, diviene occasione per riappropriarsi di luoghi e spazi aperti, nell’intenzione di dare impulso positivo verso il ritorno compiuto alla normalità, per ritrovarsi ed esprimere la voglia di superare il confinamento attraverso l’interazione e la necessità di emozionarsi.
Il Festival delle Arti, attraverso sculture, installazioni, mostre e performance, con la partecipazione di ben sessanta artisti, sottolinea dunque il potere della cultura di vivificare gli spazi urbani, ed allo stesso tempo diventa occasione di celebrare la grande scultrice, Beverly Pepper, scomparsa ad inizio dell’anno all’età di novant’anni, che ha onorato l’Italia di un grande lascito culturale ed artistico, esprimendo il suo grande affetto per il nostro Paese e per queste tre sedi in particolare: le tre città potranno pregiarsi di avere le sue grandi opere-sculture di land art, come patrimonio del loro territorio.
La vita della scultrice, newyorkese di nascita ma legata all’Italia per un amore trasmesso dal marito, giornalista americano, è indissolubilmente legata alle sue opere che trovano collocazione in numerose citta del mondo, conosciute nell’arco della sua carriera.
Le loro realizzazioni testimoniano la sua personale filosofia e manifestano la sua passione per gli spazi urbani con un affetto particolare per l’Italia.
Dapprima pittrice figurativa – presente a Roma con una sua personale nel 1952, scopre, infatti, in Italia l’amore per la scultura, dove per la realizzazione di alcune opere in metallo sperimenta la saldatura nelle officine della Italsider.
La partecipazione al Festival dei due Mondi di Spoleto ha aperto l’era delle grandi installazioni all’aperto, che hanno conquistato tutto il mondo, rendendola famosa e contribuendo alla realizzazione del suo grande sogno, ovvero riuscire a collocare ben sedici opere in un parco di Todi dove stabilì, dopo NY, la sua seconda casa e creò la Fondazione Progetti che porta il suo nome.
Lo spazio Tethis di Venezia, come già le città de L’Aquila e di Todi, già sedi permanenti delle opere della scultrice, acquisirà, infatti, il modello del progetto che la scultrice pensava di realizzare in loco e donato alla città dalla sua Fondazione per la realizzazione ex novo di un isolotto alla bocca di porto del Lido, quale dono ai veneziani per il centro direzionale Mose, concepito come nuovo spazio naturale dove vivere l’Arte e la cultura.
Un’importante opera pubblica ideata dall’artista, che è stata presente lo scorso anno alla Biennale, costituita da un grande anfiteatro per godere di qualsivoglia spettacolo all’aperto, costruito, appunto, su una piccola isola edificata in pietra locale, ed attorniato da aree verdi e opere in acciaio: una di ben venti metri, paragonabile ad un “faro”, per segnalare la nuova terra alle navi; ed una di dieci metri, volta alla città, come stesse invitando i veneziani a godere dell’Arte contemporanea di questo luogo ameno ed affascinante. L’elemento marino viene inserito nell’ambientazione in modo simbiotico e naturale, con la creazione di un corso d’acqua che scorre attraversando l’anfiteatro per ricongiungersi poi al mare.
Come già quello realizzato a L’Acquila nel Parco del Sole, anche questo ambizioso progetto pensato per il Lido di Venezia si delinea pienamente come opera di Land Art: questo significa, nel pensiero della Pepper, creare un’opera che esalta la bellezza del paesaggio come metamorfosi artistica all’interno del potenziale naturalistico dell’ambiente. Non un'occupazione di spazio, bensì una sua amplificazione sensoriale, un valore aggiunto per suggerire emozione e armonia al paesaggio.
La speranza è che il modello donato alla città possa trovare presto una degna realizzazione, un motivo di attrazione e di suggestione del visitatore al di fuori dei circuiti turistici tradizionali, un incentivo culturale e di pregio di Venezia oltre il suo centro storico.
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