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"LA REALTÀ DI UN SOGNO", ANTOLOGICA DI AGOSTINO NANI MOCENIGO A VENEZIA.

di Anna Rubbini


Nella vita a volte capitano dei dejà vu, strani momenti in cui si rivivono situazioni probabilmente già vissute magari non in questa stessa vita; o lontani ricordi d’infanzia che si ripresentano come attimi visti con altri occhi, pur sempre i nostri, ed ora eventi presenti che ci catapultano in situazioni in cui ci sentiamo straniti e a disagio perché ci siamo già passati.

Questo stato d’animo mi ha accompagnato personalmente all’inaugurazione della retrospettiva di Agostino Mocenigo, artista veneziano dalle nobili origini – il nome esteso era Agostino Nani Mocenigo Bentivoglio d’Aragona – improvvisamente mancato non molto tempo fa, nel 2017.

Grazie al figlio Jacopo e alla nuora Emanuela, amici d’Arte e mondanità, l’invito alla mostra antologica presso il rinomato ristorante Al Colombo, nelle vicinanze di Rialto, luogo notoriamente frequentato da personalità dell’ambito artistico cittadino, è stata una felice occasione di ripercorrere una strada già vissuta negli anni degli studi, in cui spesso incontravo quel signore distinto, lo sconosciuto conte artista, lungo il percorso che mi portava al Liceo Artistico nei pressi di San Trovaso.



Corsi e ricorsi piacevoli, dunque, essere tra il pubblico dell’evento che celebra la sua figura diffusamente nota in città, che ha lasciato un’impronta nella società e nella storia dell’Arte di Venezia.

Personalità illustre e gentile, indubbiamente spiritoso con quel senso ironico dell'umorismo veneziano ai più familiare, che le sue opere rendono visivamente dimostrando una forte componente onirica e visionaria.

La Realtà di un Sogno: il titolo dell’esposizione già afferma come Agostino Mocenigo sia stato un artista dall’anima fantasiosa, che ha dipinto le immagini di una Venezia che scaturivano solo nella sua vivida immaginazione; una visionarietà metafisica, coerente anche nell’ irrazionale, abitata da palazzi, animali e figure stilizzate, gioiose, talvolta trasformate in mostri fantastici, dai tratti bestiali, avvolti in un ambiente astratto e sproporzionato; ma ciò nonostante, piacevole e colorato come la stravaganza della creatività e dell’Arte sanno spesso conciliare. Un maestro che ha saputo travalicare i confini della sua notorietà, raggiungendo la sede di Buckingham Palace, dove viene tuttora conservata una sua opera.



Una calorosa celebrazione del suo lavoro e della sua vita con tanti amici che sono passati per l’occasione, dove l’attore/regista/amico Gianni De Luigi lo ha omaggiato prestando la bella voce per una dedica poetica accorata, e dove Jacopo suo figlio ha potuto esprimere, con sentite ed emozionate parole, tutta la stima e l’affetto per l’amato padre inaspettatamente scomparso sei anni fa.

E’ stato un momento di convivialità commovente, che mi ha coinvolta e sorpresa nell’ apprezzare questo artista di comune provenienza, che ha saputo leggere i noti panorami veneziani con un ardire singolare e perfettamente declinato al suo tempo; ed altrettanto divertente è stato per me ribattezzare le sue opere con titoli bizzarri, ispirati dalle originali e fantasiose immagini, insolite e singolari pur essendo inserite in ambienti familiari.

Considero i suoi dipinti straordinariamente attuali, strampalati come i nostri tempi, che fanno abilmente sorridere il pubblico e sentire la personalità del suo autore vicina e lieta come il ricordo, amabile e nostalgico, che ha lasciato.




14 maggio 2023, Anna Rubbini

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