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RAP E TRAP: LA REINCARNAZIONE DEL ROCK

di Samuele De Marchi










Spesso eccessivi e controversi, che lo si pensi o meno a modo loro poetici, idolatrati come totem sacri dai giovani ed esorcizzati dalle altre generazioni, muovono le masse come la luna muove i mari, ostentano soldi, sesso e droghe.

Sto parlando di Vasco Rossi, Jim Morrison e Kurt Kobain, oppure di Kanye West, Fabri Fibra e Sfera Ebbasta?

Al di là delle differenze di genere musicale o nel caso delle eventuali analogie - vedi i Limp Bizkit con il loro rap metal o Salmo e la band dal vivo sul palco - , ciò che conta è tenere in considerazione il suffisso “-star”, per notare quanto la figura della rockstar e del rapper siano in realtà molto simili, forse la reincarnazione della prima nella seconda.

A partire non da quello che si vede ma da quello che si sente, nella loro forma originale sia il rock’n’roll che il rap derivano dalla distorsione e manipolazione di strumenti e generi musicali; nel primo caso chitarre e voci originariamente blues vengono distorte, fatte urlare, soffrire, violentate. Per il rap invece, pezzi e ritmi R&B, funk e disco vengono mescolati e campionati dai primissimi Dj, che come alchimisti danno vita a qualcosa di nuovo, basi musicali per un inedito modo di esprimersi a parole e passi di danza mai visti prima.

Ad accomunare ulteriormente i due generi, il pubblico a cui si rivolgono: che si tratti di proteste, ribellioni o liberazione, o ancora di rappresentare il disagio delle minoranze, dei ghetti e l’abuso di potere della polizia, il minimo comune denominatore sono i giovani. Entrambi infatti nascono dai giovani per i giovani stessi, questo permette di essere di forte impatto e facili da comprendere, sperimentare e condividere per le nuove generazioni, creando un movimento di novità sotto tutti i punti di vista possibili.

Il rap e la più recente trap capisce la somiglianza con il padre rock e ne ammette la derivazione e l’ispirazione anche per atteggiamenti, pratiche e stili di vita; in un’intervista del 2013 per BBC Radio 1 Kanye West disse: “Il rap è il nuovo rock’n’roll, noi siamo la cultura […] è così già da un po’ […] noi siamo le nuove rockstar e io sono la più grande di tutte”. E nel caso la voce di uno degli artisti hip-hop più influenti e innovativi della storia non bastasse, a ribadire il concetto qui nel nostro Bel Paese sarà Sfera Ebbasta nel 2018 con un album intitolato appunto “Rockstar”, giustificando il titolo affermando che “il rap e la trap sono così di tendenza che sono diventate il nuovo rock”.

Ciò che rende forti e riconoscibili le -star di ieri e di oggi è un lifestyle accompagnato dal successo e caratterizzato da numerosi elementi comuni, dai più personali a quelli più ampi che orbitano attorno a queste figure; si tratta di personaggi che appaiono come eccessivi, come personaggio pubblico o meno devoti allo spettacolo, che parlano e cantano senza peli sulla lingua di sesso, droghe, soldi e violenza. Per quanto superficiale possa sembrare, oggigiorno è sul palco di Drake che le ragazze lanciano i propri reggiseni ed è fuori dal suo backstage che si radunano le groupie, com’era negli anni Settanta per i Rolling Stones. A volte è possibile incontrare anche rapper che come alcune rockstar, raggiunta una certa maturità sia anagrafica che artistica, si applicano a un processo di redenzione e presa di coscienza rimanendo un mito ricco di carica reverenziale.

Photos Courtesy: Wallpapers.com; Vinylrecords Gallery; i-D Magazine; i-News; Inkl


Oltre questi aspetti - e non ho utilizzato la parola “aspetto” casualmente - , ritorniamo per un secondo sulle parole di Sfera Ebbasta e soffermiamoci su una parola essenziale di quest’ultima dichiarazione, per portare ancora più alla luce del sole un processo evolutivo e un’analogia che ora possiamo definire anche sociale: “tendenza”.

Perché oltre alla musica, le -star in questione sono portatrici di altri fenomeni di influenza, altrettanto democratici ed accessibili; la moda, l’abbigliamento e il loro immaginario.

Che gli ascoltatori ci si immedesimino o meno, questi personaggi dopo essere artisti sono delle icone, e la loro immagine non può che non essere sbattuta davanti agli occhi di tutti, causa o conseguenza della loro popolarità. I vestiti che indossano e il loro modo di comportarsi diventano magnetici per chi li apprezza, i quali tenderanno dunque di assomigliare ai propri idoli come si faceva da bambini con i vestiti dei supereroi a carnevale, creando una cerchia riconoscibile a prima vista di persone dai gusti ed interessi simili. E così, quasi come la morale di una fiaba, i ragazzi di ieri portavano i capelli lunghi come Robert Plant, frontman dei Led Zeppelin, le ragazze indossavano jeans a zampa di elefante e fasce in testa come Janis Joplin e il punk rock sventolava giacche di pelle infestate di toppe e borchie.

I giovani figli del rap invece, indossano oggi sneakers costose, cappellini, tute sportive e vestiti di collaborazioni esclusivissime tra i brand più importanti del momento, come i loro idoli Lazza, Asap Rocky o Tyler, The Creator. Cambiano sicuramente i suoni e i messaggi dell’abbigliamento, ma rimane invariato l’impatto che questi hanno sugli ascoltatori.

Photos Courtesy: Wikkymedia Commons; Hygsnobiety; Gigxsels.com; ; Milano Finanza


Questo coinvolgimento delle masse, anche per la natura forte degli artisti in questione, è spesso e volentieri motivo di polemiche: da un lato le generazioni più giovani vedono in loro punti di riferimento, ispirazione, a tratti anche amici per tutto il tempo trascorso ad ascoltare la loro musica nei loro anni migliori. Dall’altro lato - e da poco più che ventenne, ne so qualcosa – le generazioni precedenti non comprendono e disprezzano le nuove -star, vedendo in loro solamente pericoli e brutti esempi.

L' allarmismo diventa pressoché ingiustificato quando ci si rende conto della natura più ampia di ciò che sta succedendo, nulla di diverso rispetto agli AC/DC o Mötley Crüe con i quali sono cresciuti. I loro messaggi non sono più o meno sbagliati, tantomeno il loro stile di vita.

Non c'è nulla che definisca meglio questi fenomeni della parola “moda”, anche grazie agli svariati aspetti in cui le -star mettono mano, dalla musica all’abbigliamento al comportamento, perfetti portatori della frase di Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray, “nel bene o nel male, purché se ne parli”.


12 Ottobre 2023, Samuele De Marchi


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